Rimeditare al femminile il mito fondante della Genesi: un gioco immaginativo
Quella che all’inizio era la dimostrazione di un esercizio di counseling immaginativo, è poi divenuta un testo che rilegge la Genesi e altri miti fantascientifici e letterari, e stimola a non averne un timore reverenziale, perché anch’essi frutto di creazione immaginative che rincorrono spiegazioni della realtà.
Prosa e poesia, i capitoli alternano prosa e versi che concentrano il brano precedente dando più enfasi alla parte emotiva, alle “vibrazioni” che lo stesso genera. La Madre Prima che altro non poteva fare che essere e continuare ad essere Madre. È una maternità che contiene tutto, non solo il feto, la vita, la natura, ma l’intero senso dell’universo.
Da lei e in lei tutto ha “principio” in un “senza dove”.
Ma poi c’è il “primo nato”. Deluso dal non poter essere unico e solo figlio della madre prima e da lei posto in solitudine sul pianeta verde, entra in competizione con lei e decide a sua volta di generare “fabbricando”, assumendo così il ruolo di Fabbricatore. Ed è orgoglioso del suo operato, che porterà turbamenti e lo obbligherà a rivedere il suo progetto e a muoversi con cautela per mettere ordine nelle loro azioni. Le vicende di Adam, Eve, Qayin, Lilith, Havel e di tutti coloro che da questi verranno, si susseguono in un viaggio che ha “principio senza fine e fine senza principio”.
Fino alla figura di un Maestro terrestre e di una Margherita extraterrestre, che si pongono la questione di quanto e come l’opera del Fabbricatore, degenerata fino all’instaurarsi di una “Città di Dio”, fosse redimibile dal suo bisogno di contrapporsi.
Mario Papadia, In principio era la femmina. Un poema, editore Armando
INDICE
Primo: Incipit
Secondo: Maschio e Femmina
Terzo: La sinfisi
Vedrò mondi che ogni umano
Quinto: Pianeta Terra
Canto finale