Emozioni a vuoto per un pianeta che ci sta perdendo.
Al pianeta non basta l’empatia. False partenze o per rispondere alle emozioni o partenze frenate da nuove emozioni del popolo italiano o degli Italiani, come si ama dire ora, in seguito alla ignominiosa alterazione del concetto di popolo. L’empatia è una pessima suggeritrice per un counseling politico: ci si emoziona, si solidarizza, si risponde al momento, si bendano le ferite, e tutto finisce lì, o quasi. Ma le cause strutturali rimangono dov’erano, perché quelle richiedono lungimiranza, programmazione, trasformazione culturale, impegno nel tempo, costanza d’attenzione, monitoraggio.
L’impegno a lungo termine non emoziona, non ha la vibrazione melodrammatica dell’empatia. Sicché intanto andiamo letteralmente a fondo. Metto le mani avanti per non essere frainteso come se mi fossi schierato con il “cattivismo”; anche questo è pura empatia, espressione di appartenenza ad una tribù conformista che guarda agli estranei con l’occhio del bullo, tanto quanto il “buonismo” che ama far sentire chi lo pratica delle brave persone.