Pandemia, green pass, vaccini, e la riprogrammazione mentale.
Si è scatenata una grande irrequietezza attorno alla questione della carta verde (il cosiddetto green pass) e ai vaccini. Purtroppo il dibattito è uscito dai binari dal momento in cui si è intromesso l’universo di coloro che identificano il confronto con l’aggressione verbale e lo scontro fisico. Ora il pericolo è che ne prendano l’egemonia per sovrapporre la propria ideologia di violenza. Non è una buona cosa quando avviene questo. I media (e in particolare la tv) si euforizzano a ripresentare le immagini degli scontri, a tallonare chi più agita e si agita, a stimolare il nostro interesse verso questioni che ormai sono cronaca nera.
L’euforia delle tv dietro agli scontri. Ognuno di noi ha diritto di avere l’opinione che ritiene più corretta. Non per nulla si chiama opinione, ovvero una affermazione “aperta”, disponibile a lasciarsi confutare da argomentazioni altrettanto e più ragionevoli, altrimenti avremmo parlato di credenza. Ma la pandemia, è ancora là, evento epocale, sanitario e scientifico, locale e globale. Le grandi tempeste sono un’epoca in cui succede che alcuni si smarriscono, altri si trincerano o si incattiviscono, ecc., e altri ancora si temprano in varia misura. Stiamo vivendo una di esse, perché, a conoscere bene la storia, le epidemie e le epidemie hanno sempre causato notevoli cambiamenti. Sarebbe un guaio, oltre che uno spreco, se il cambiamento che ne viene da questa sia l’incattivirsi sociale.
Riprogrammiamo le appartenenze. Quindi sospendiamo ogni tanto l’appartenenza ad uno schieramento, se lo apparteniamo, e con un atteggiamento fecondo di riprogrammazione mentale esploriamo le ragioni degli altri; decidiamo ogni tanto di non inseguire le notizie che ci confermano quanto sono cattivi quegli altri. Affiniamo l’arte di coniugare insieme l’immaginare con il ragionare, che è una buona premessa per l’autonomia intellettuale.