Il disegno nelle interazioni d'aiuto
e nel counseling - E-book
€ 12
di Mario Papadia
INDICE
Una premessa
Capitolo Uno ‒ L’immagine e noi: una visione antropologica
Capitolo Due ‒ Immagini emozioni sentimenti
Capitolo Tre ‒ Neuroscienze per l’arte figurativa
Capitolo Quattro ‒ Il colore tra mente e cervello
Capitolo Cinque ‒ Leonardo: il disegno pensiero laterale
Capitolo Sei ‒ La ricerca immaginativa di Jung
Capitolo Sette ‒ Il pediatra che curava i bambini con il disegno
Capitolo Otto ‒ Il disegno nel counseling
Capitolo Nove ‒ Dieci disegni e un tema
Appendice ‒ Un disegno in un caso bioenergetico (di R Guglielmo)
Appendice ‒ Due disegni infantili (di S Squarcia)
Appendice ‒ Alle origini del disegno Antropologia evoluzionistica e neuroscienze
Scrive Leonardo da Vinci, in una nota in cui stimola l’apprendista pittore a guardare il mondo circostante con uno sguardo immaginativo: «Non ti sia grave il fermarti alcuna volta a vedere nelle macchie de’ muri, o nella cenere del fuoco, o nuvoli o fanghi, od altri simili luoghi, ne’ quali, se ben saranno da te considerati, tu troverai invenzioni mirabilissime, che destano l’ingegno del pittore a nuove invenzioni sì di componimenti di battaglie, d’animali e d’uomini, come di varî componimenti di paesi e di cose mostruose, come di diavoli e simili cose, perché saranno causa di farti onore; perché nelle cose confuse l’ingegno si desta a nuove invenzioni».
In questo breve passo è sintetizzato tutto il senso dell’uso del disegno nel setting del counseling. Leonardo richiama l’attenzione su una caratteristica della nostra visione, ‒ che scopriremo essere una propensione del nostro cervello, ‒ non così difficile quindi da affinare, di organizzare in forme note la realtà, anche quando il suo aspetto sembra non averne alcuna.
Non devi crearla in te questa propensione, ‒ suggerisce il passo leonardiano, ‒ quanto piuttosto coltivarla, e perciò richiamo la tua attenzione ad essa, perché se la coltivi ne trarrai un vantaggio inaspettato che, «nelle cose confuse l’ingegno si desta a nuove invenzioni».
La proposta, da parte dell’operatore, in una fase qualsiasi della consulenza, di amplificare il senso delle parole e di lasciare spazio alla sua rappresentazione immaginativa, potrà destare l’ingegno del cliente a nuove “invenzioni”, intendendo questo termine nel senso etimologico, ovvero nuove opportunità di visione del proprio momento.
Qualsiasi obiezione, relativa all’abilità di saper disegnare, da parte del cliente, cade perché l’intento del disegno nell’ambito del counseling, non è quello di verificarne la capacità tecnica, necessaria al pittore professionale come giustamente osserva Leonardo nel prosieguo del passo, ma di facilitarne la ricerca nella soluzione del problema concreto.